L’evento che porta Buccheri e i buccheresi ai misteri della Passione rivissuti così come da qualche anno abbiamo ripreso a raccontare dopo 18 anni di oblio è credo, uno dei momenti in cui meglio si fondono arte, fede e tradizione – commenta Seby Bennardo direttore artistico dell’evento – il volontariato che porta tutti a precipitarsi in notti insonni e stancanti lavori mostra quanto impegno ci sia in nella costruzione di questa manifestazione che è a mio avviso anche luogo in cui l’anima riesce ad estrinsecare al meglio i sentimenti più nascosti”.
Una settimana quella Santa che a Buccheri si aprirà domenica 29 marzo con la processione dell’ingresso a Gerusalemme quando il Cristo, tra ali di folla in costume, girerà il centro abitato fino all’arrivo in Chiesa madre dove la Passione di Cristo, letta in italiano seguendo la liturgia, è interpretata da alcuni attori.
Ma è nel volgere del giovedì 2 aprile che l’emozione penetra l’aria. Nel giorno dell’Ultima Cena la storia, con l’unicità dei suoi reperti, mostra quanto il piccolo centro ibleo può offrire a fedeli e visitatori più curiosi infatti, nei tradizionali e alquanto comuni “Sapulcri”, a Buccheri si stendono le enormi ed ormai uniche “Tele della Passione”. Le meravigliose chiese barocche oltre ad aprire le loro porte ai fedeli che negli Altari della Reposizione adorano il Cristo fatto Pane con altari stracolmi di “U lavuru” mostrano dei capolavori d’arte pittorica Ottocentesca poste in primo piano in un’architettura Settecentesca. Uno spettacolo da religiosa Sindrome di Stendal.
Passata è la mezzanotte e la campana diventa di legno, il silenzio penetra l’aria, la morte è in agguato! E’ nell’apoteosi dello strazio, nel dolore consacrato, nel giorno della salvezza attraverso la passione che gli appuntamenti de U Passiu Santu raggiungono il loro fulcro. Nel Venniri Santu, nel giorno dove la Morte sembra vincere sulla Vita, l’evento esplode in tutta la sua drammatica rappresentazione. In questo giorno il lavoro di mesi e la tensione dei preparativi trovano la loro giustificazione.
Tutto comincia con “U Prucessu” luogo di inizio di quella Passione raccontata e rivissuta dai 60 attori in costume, diretti e protetti dai 20 uomini dello staff, che recitano in quel siciliano completamente in rima che riprende dialoghi, proverbi e nenie di un triste parlare proveniente da secoli indietro montato e ricostruito da Salvatore Terzo. Un dialogare che commuove tutti, in primis, coloro che lì sono parte attiva e, di riflesso,quella cornice di pubblico che sempre più numeroso contribuisce a creare quell’atmosfera surreale che, inserita tra le strette e contorte vie medievali, spinge l’animo alla meditazione. Un percorso tra le principali stazioni della Via Crucis, accompagnato da pietosi canti, che porta il fedele/visitatore fino al calvario per immergersi nella meraviglia spettacolare di un luogo incantevole. Ai suoi occhi, dopo una stancante salita, ecco presentarsi la montagna del Golgota dinanzi a un paese immerso nel buio della notte puntellato di microscopiche luci. Ben 1434 luci che attenderanno, posizionate su 127 gradini a formare l’imponente e suggestiva luminaria della passione, le Ottocentesche effigi de “U Catalettu e a Dulurata” che lasciato “U Crucifissu” rientreranno nella chiesa Santa Maria Maddalena, tra lamenti e petali di rose, preziosamente illuminata da centinaia di centinaia di lanterne.
127 gradini che nel Sabato Santo riaccoglieranno oltre 3000 lumini per la maestosa ed emozionante luminaria de “A Risuscita” con lo spettacolo pirotecnico dei f.lli Trebbia.
La mestizia e la tristezza lasceranno il posto alla gioia e al fragore della mattinata del Giorno di Pasqua quando uomini e donne si separeranno. Gli stessi attori che hanno raccontato con tristezza e dovizia di linguaggio la passione di Cristo si divideranno per portare a spalla nei costumi d’epoca le immagini de “U Re da Viloria” e de “A Dulurata” che tra canti, urla e il fragore della bombe si incontreranno ne “A ‘Ncranata” luogo di strana gioia, emozione e lacrime in un compimento della Salvezza che è anche il compimento di tutto l’evento.
Fra tutte le manifestazioni religiose e folkloristiche che caratterizzano i Misteri della Pasqua della Provincia e forse dell’intero circondario, abbiamo la presunzione di credere che, molto probabilmente, quelli che vengono raccontati e rivissuti a Buccheri sono i più completi e sicuramente i più particolari per un’atmosfera e una storia raccontata da un tale numero di attori, con testi unici, costumi curatissimi e scenografie meravigliose tali da portare il visitatore indietro di millenni producendo sobbalzi emozionali anche nei cuori più duri.
Un evento da vivere almeno un volta nella vostra vita, questo diremmo al visitatore incontrato di persona, un evento che ne siamo certi, vi porterete per sempre nella vostra anima.
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